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Album

Psychodelice

Meg

About “Psychodelice”

Psychodelice è il secondo album di Meg, pubblicato il 18 aprile 2008 per Multiformis (la sua etichetta) e distribuito da Self Distribuzione.

Pubblicato a quattro anni di distanza dal precedente Meg e anticipato dal singolo “Distante”, l'album è stato scritto da Meg e prodotto dalla stessa cantautrice assieme a Stylophonic.

Il titolo dell'album viene da un'integrazione della parole “psiche” e “delizia”, in altre parole “delizia della psiche”.

“Psychodelice” Q&A

  • Cosa ha dichiarato a proposito dell'album?

    Inizialmente questo disco doveva chiamarsi Antidoto.
    L’idea nasceva da questa riflessione: ognuno di noi credo, più o meno inconsciamente è alla ricerca costante di rimedi, agli innumerevoli problemi della vita. E ognuno, a seconda dei propri mezzi e del proprio carattere, ne trova dei piu’ disparati. Non sempre però le soluzioni che crediamo benefiche si rivelano tali, anzi a volte svelano una doppia faccia che e’ il suo esatto contrario.
    Il mio antidoto è senz’altro la musica, mi sono detta. Un luogo nel quale posso trovare riparo e protezione quando ne ho bisogno. Ma, allo stesso tempo, dopo una seconda riflessione, mi sono resa conto che è un luogo in cui potrei pericolosamente perdermi se non resto abbastanza vigile.
    Mi spiego meglio, chiedendo aiuto a Vivian Lamarque, poetessa, la quale scrive: “La poesia può curare ma anche far ammalare, quando ti avvolge nel suo abbraccio, facendoti perdere di vista la vita reale”.
    È proprio così: la poesia – o la musica – ha il subdolo potere di essere sia la cura, sia la causa che ti costringerà poi a cercare la cura!
    È l’utilizzo che tu fai delle cose, insomma, da cui dipende tutto.
    È la distanza che tu metti tra te e le cose che genera certi meccanismi.
    Ebbene, ho dovuto ricalibrare le pozioni nei miei alambicchi, arrivando alla conclusione che il vero antidoto per me è il contatto autentico e reale con me stessa: la percezione di ciò che sono o non sono, di ciò che voglio o non voglio, farà da ago della bilancia nelle scelte e nell’utilizzo che farò delle cose.
    La conoscenza di sé – nel bene e nel male – dà un benessere impagabile, ed e’ questo per me il migliore e il più efficace degli antidoti.
    Questo è stato l’approccio con cui mi sono immersa nella scrittura del disco, questo è l’atteggiamento con cui ho voluto plasmare le sonorità di tutto il lavoro: l’attitudine costante di chi vuole deliziare la propria psiche, avendo il coraggio e allo stesso tempo l’ironia di guardarsi allo specchio senza falsificazioni.
    Ho cercato quindi una parola che potesse racchiudere tutto questo viaggio interiore in cui mi ero spinta, che potesse dare il titolo al disco, e che potesse in qualche modo descriverne immediatamente l’umore. È così che è nata la parola Psychodelice. Inventata per l’occasione, è un gioco di parole che parla contemporaneamente dell’agognata “delizia della psiche” come antidoto, come approccio alle cose, del sound iper-elettronico del disco e, per certi versi, di un certo tipo di approccio che reclama “stream of consciousness” nella scrittura e quindi nella struttura dei pezzi. In brani come “Pandora”, “Permesso?”, “Laptop love”, questa cosa è evidente: il testo è un vero e proprio discorso che si evolve (e con esso evolve l’arrangiamento), slegato dalla struttura canonica “strofa- ritornello-strofa-ritornello”, una specie di flusso di pensiero messo giù senza remore, libero. Non a caso “Pandora” e “Permesso?” sono nati nello stesso pomeriggio, di getto, senza preavviso, nel giro di un’ora più o meno.
    Mai però rinuncerei alla forma canzone classica: ben vengano le rassicuranti strutture “A-B-A-B-C-B” ! La mia non vuole essere sperimentazione a tutti i costi, anche perché ciò significherebbe automaticamente rinunciare all’autenticitò di cui sopra, e cadere clamorosamente nel manierismo, nell’esercizio di stile, nella ginnastica fine a se stessa. Giammai. Canzoni come “Distante”, “È troppo facile”, “Impossibile trasmissione”, “Succhio luce”, “Napoli città aperta”, godono più o meno tutte della familiare struttura strofa-ritornello e hanno melodie pop, impossibile negarlo. E addirittura “Running fast” e “Promises” , per quanto forse effettivamente qualcuno immagino potrebbe obbiettare, sono, nel loro essere un po’ spigolose (per il testo parlato/rappato) secondo me cantabilissime!
    In ogni caso.
    “Delizia della psiche” è stata per me, in questo disco, anche l’aver sentito la necessità di far convivere due parti emozionali di me in apparenza agli antipodi, ma che invece si completano l’una dell’altra.
    Quella più intima, delicata, femminile, che era venuta fuori in maniera così evidente nel disco mio precedente, e quella più aggressiva, danzereccia, insomma, quella più maschiaccio. Per questo ho voluto che gli arrangiamenti rispecchiassero quest’esigenza. Ritmiche muscolose e dai bpm sostenuti mi sono sembrate la conditio sine qua non perché questo disco avesse ragione d’essere. Ho voluto accanto a me, a co-produrre il lavoro, Stefano Fontana, conosciuto dagli assidui frequentatori di club, come Stylophonic. In Italia uno dei piu’ raffinati ricercatori e sperimentatori del suono. La musica elettronica nostrana gli deve molto. È apprezzato all’estero da musicisti come i Chemical Brothers, e alcuni suoi pezzi sono stati usati per campagne pubblicitarie mondiali. …Non male!
    Con Stefano ci siamo detti che volevamo dare valore alla semplicità: entrambi adoriamo quei pezzi in cui pochi elementi fanno da colonne portanti. Quei pezzi in cui semplice non significa povero, ma essenziale: in pratica il concetto architettonico di “less is more”.
    A co-produrre il pezzo “Promises” e a suonare svariati synth nel disco c’è anche Mario Conte, un altro grande musicista e produttore dalla lunga esperienza, con il quale c'è una grandissima affinità ed intesa artistica, anche sul palco, dal vivo. Un’altra co-produzione interessante, che da tempo stavamo cercando di realizzare, è avvenuta con il dj (ormai una superstar!) di fama internazionale Danilo Vigorito, osannato nei club techno, house e underground di tutto il mondo. Insieme abbiamo prodotto “Laptop Love” e in più, ciliegina sulla torta, ha mixato alcuni pezzi dell’album, donandogli così il suo tocco personalissimo ed esperto. Un gusto e un orecchio provenienti da un background e da una formazione fatti di cassa in quattro e minimal techno raffinata, ma allo stesso tempo cazzuta.

    – Meg, comunicato stampa

  • Cosa ha dichiarato a proposito della collaborazione con Stylophonic?

    Ho scelto Stefano perché in mente avevo un progetto sonoro ben chiaro e, quando ho cominciato a lavorare con lui, i miei brani erano già in “fase di lavorazione avanzata”. Nella musica elettronica è molto importante la scelta dei suoni, della library che hai. Lui ha un suono molto solare, originale e al tempo stesso riconoscibile. Nella musica ognuno sceglie un proprio suono, ed è da lì che si acquisisce una propria identità sonora precisa. La sua è una musica molto gioiosa, molto solare e ironica. I miei pezzi stavano andando proprio in quella direzione, quindi avevo bisogno di un esperto che ottimizzasse e valorizzasse ancora di più questi tratti.

    – Meg, RockOut

When did Meg release Psychodelice?

Album Credits

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